Prick test
Il prick test
Il prick test è un test allergologico cutaneo affidabile, di fondamentale importanza per la diagnosi delle malattie allergiche mediate da anticorpi IgE (reazioni immunologiche immediate), quali le allergie respiratorie, alimentari e verso altri allergeni. Con il prick test può essere valutata la sensibilizzazione allergica verso allergeni di varia natura: inalanti (come pollini, derivati degli acari o degli animali domestici, muffe ecc.), alimenti (sia di origine vegetale che di origine animale), lattice, veleno di imenotteri.
Cosa sapere prima di fare il prick test
Il prick test può essere effettuato in qualsiasi periodo dell’anno. È comunque necessario evitare l’assunzione di antistaminici da 4-5 gg e cortisonici per via sistemica (orale o iniettiva) da almeno 10 giorni.


Come si fa il prick test
È un test rapido e indolore ed è indicato anche in età pediatrica. Si esegue ponendo una goccia di estratto allergenico sulla cute dell’avambraccio favorendone la penetrazione nella pelle con una microlancetta. La positività è confermata dalla comparsa dopo 10-15 minuti di un “pomfo” pruriginoso, simile a quello prodotto da una puntura di zanzara, che potrà avere differenti gradi di positività (espressi in mm o con dei segni +). Pomfo e relativo prurito si risolvono spontaneamente in 10-15 minuti.
Oltre ai pannelli di allergeni standard suggeriti dalle linee guida internazionali e nazionali vengono testati anche altri allergeni scelti in base alla storia clinica del singolo paziente.
Valutazione clinica dei risultati
La grandezza del pomfo non correla sempre con la gravità dei sintomi, ovvero un pomfo grande non vuol dire necessariamente essere più allergici a quell’estratto o viceversa. Il giudizio sulla significatività clinica della sensibilizzazione compete all’Allergologo e dipenderà dalla correlazione tra esposizione a quel determinato allergene e comparsa/presenza dei sintomi. Inoltre se il test risulta positivo per un dato allergene, ciò non implica che si sia una sensibilizzazione sintomatica verso quella sostanza.
Quindi per parlare di allergia serve un quadro allergologico clinico e anamnestico chiaramente correlabile al risultato positivo del test.