Patch test

Cos’è il patch test

Il patch test è un esame allergologico indicato per la diagnosi delle dermatiti allergiche da contatto, condizioni patologiche della pelle che si presentano con manifestazioni simili a forme di eczema di altra natura. Quindi, il primo passo per curare queste dermatiti nel modo più corretto ed efficace, è scoprirne la reale origine proprio grazie al patch test che permette di differenziare le dermatiti allergiche da altre forme di eczema.

Scoperto alla fine dell’800 dal dermatologo J. Jadassohn, che ha dimostrato la possibilità di riprodurre in vivo reazioni eczematose in pazienti (sensibilizzati) quando specifiche sostanze chimiche venivano applicate per un determinato tempo sulla loro pelle.

Oggi i patch test (o test epicutanei) sono una metodica ben standardizzata a livello internazionale tanto da avere valore anche in ambito medico-legale per il riconoscimento di “patologie professionali”.

Dermatite da nickel sul collo

Cosa sapere prima di fare il patch test

In genere il test non si esegue nel periodo estivo (per la facile sudorazione).

Prima e durante il test è necessario: evitare di esporre la zona sottoposta a test ai raggi UV per almeno 20 giorni prima del test; sospendere almeno 2 settimane prima del test eventuali trattamenti con cortisonici per via sistemica (bocca o iniezioni) ma anche per applicazione locale (specie se applicati nella zona interessata al test); gli antistaminici è opportuno sospenderli 4-5 giorni prima.

Durante il test opportuno non bagnare la zona sottoposta al test fino alla lettura finale ed effettuare una attività fisica limitata onde evitare la sudorazione e movimenti che possono provocare lo stacco i cerotti.

In cosa consiste il patch test

L’esecuzione del test consiste nell’applicazione sul dorso del paziente delle sostanze sospette (apteni), posizionate in cellette fissate con cerotti (patch).

È possibile scegliere le sostanze da testare in base alla storia clinica personale del paziente oppure eseguire delle “serie” suggerite e costantemente aggiornate dalle società scientifiche. Attualmente è possibile eseguire le serie base Adulti e Bambini definite dalla Società italiana di Dermatologia allergologica professionale e ambientale (SIDAPA). Esistono poi diverse serie integrative che possono essere utilizzate come approfondimento diagnostico e in caso di precisi sospetti clinici.

Apteni per patch test
Cerotti per patch test

Quanto dura il test e interpretazione dei risultati

I patch vengono generalmente applicati sul dorso e tenuti in sede per circa 48 ore; poi vengono rimossi e si fa una prima lettura, che viene poi ripetuta a 72-96 ore (è la lettura più importante!).

Le reazioni positive possono andare da un leggero arrossamento della pelle accompagnato da un lieve gonfiore fino ad un arrossamento intenso con vescicole.

Come per il prick test per parlare di allergia serve un quadro allergologico clinico e anamnestico chiaramente correlabile al risultato positivo del test e, nel caso, deve essere evitato il contatto con i materiali contenenti la sostanza responsabile della dermatite e si suggeriscono misure preventive e terapeutiche per il trattamento della dermatite. Mentre, in caso di dubbi o scarsa correlazione clinica, il primo suggerimento è quello di evitare il contatto con le sostanze risultate positive per almeno 2-3 mesi prima di trarre conclusioni sulla reale responsabilità patogenetica di queste sostanze.

Patch test sulla schiena
Sintomi di dermatite su un occhio

Dermatite allergica da contatto – Le cause

La dermatite Allergica da contatto è una reazione infiammatoria della pelle molto comune, sia in ambito professionale che extraprofessionale, causata dal contatto con sostanze – definite “apteni” – alle quali si è allergici. L’infiammazione è sostenuta da una risposta immunitaria ritardata, mediata dai linfociti T, verso gli agenti sensibilizzanti. Quindi è condizionata da una precedente esposizione del sistema immunitario all’aptene. Nel momento in cui la persona entra di nuovo in contatto con la sostanza alla quale è diventata sensibile, i linfociti precedentemente sensibilizzati, si attivano, liberano mediatori (citochine) e reclutano le cellule infiammatorie, causando la tipica sintomatologia della dermatite allergica da contatto. La pelle, dopo 1-2 giorni dal contatto, diventa pruriginosa, arrossata, infiammata, compaiono micropapule (“brufolini”) anche vescicolose, talora fissurazioni, dolore e la cute può addirittura sanguinare.

Le sostanze chimiche che causano queste reazioni possono ritrovarsi in molti prodotti, come componenti di shampoo, saponi, trucchi, dopobarba, gioielli, bigiotteria, farmaci, indumenti, detergenti, ecc.. Si può inoltre incorrere in reazioni allergiche sul posto di lavoro (dermatiti professionali) poiché gli apteni sono frequenti nei materiali per la pulizia, nelle carte, negli inchiostri, nei disinfettanti, nei materiali edili, nei prodotti in gomma e in altri materiali presenti nell’ambiente di lavoro.

Esempio di allergeni da contatto