Intolleranze Alimentari (3) – La DIAGNOSI … evitando facili promesse

Le intolleranze alimentari possono manifestarsi con sintomi variabili che possono interessare diversi organi o apparati, disturbi spesso sovrapponibili a quelli dell’allergia alimentare o di altre patologie dell’apparato gastroenterico organiche e/o funzionali oppure conseguenti a disordini dietetici.

Per questi motivi la diagnosi di intolleranza alimentare è complessa e richiede una grande collaborazione tra medico e paziente. Il processo diagnostico ha lo scopo di individuare le cause, i meccanismi coinvolti e gli eventuali alimenti responsabili.

Come individuarle

I principali momenti diagnostici sono i seguenti:

  • la raccolta della storia clinica del paziente deve essere molto accurata e costituisce il primo importante momento. Vanno indagati lo stato di salute del paziente, pregressi interventi medici e chirurgici, eventuali farmaci assunti, abitudini alimentari, tipologia di sintomi, da quanto tempo sono presenti, l’eventuale correlazione tra alimenti e comparsa dei sintomi, ecc.
  • considerato che alcuni segni e sintomi sono simili a quelli delle allergie alimentari, è essenziale procedere con esami mirati per escludere la possibilità che la causa dei disturbi sia un’allergia. Per la diagnosi delle intolleranze enzimatiche (es. deficit di lattasi) esistono test specifici per confermare il sospetto diagnostico (es. breath test per lattosio)
  • individuato l’alimento sospetto, si procede con la dieta di eliminazione. Ovvero questo deve essere tolto dalla dieta per alcune settimane e poi, se i sintomi si sono risolti, va reintrodotto per monitorare l’eventuale ricomparsa dei sintomi
  • Inoltre, essendo spesso le intolleranze alimentari secondarie ad altre patologie, l’attenta ricerca di concomitanti condizioni internistiche e gastro-enterologiche costituisce un ulteriore e obbligato momento diagnostico. Vanno naturalmente indagati anche eventuali disordini dietetici.

Evitare le facili / false promesse

Nonostante le allergie e le intolleranze alimentari siano codificate con chiarezza, proliferano e vengono pubblicizzati molteplici test diagnostici che promettono di individuare intolleranze misconosciute. Il ricorso a questi test “alternativi” è sempre più frequente da parte dei pazienti, anche perché pubblicizzati su vari canali informativi e offerti in larga misura sul mercato, compresi ambienti sanitari, come qualche farmacia o strutture sanitarie private!  Con un business che si aggira attorno ai 3 milioni di euro per anno.

Si tratta di metodiche che, sottoposte a valutazione clinica attraverso studi controllati, si sono dimostrate assolutamente prive di credibilità scientifica e validità clinica. Sono test non riconosciuti dalle società scientifiche e dal sistema sanitario nazionale e, inoltre, rappresentano un costo spesso rilevante e non giustificato per i pazienti.

In aggiunta, la frequente positività di questi test a presunte intolleranze alimentari porta spesso i pazienti a correre seri rischi per la salute, a causa della rinuncia a molteplici alimenti, anche essenziali. Infatti, le conseguenze di diete di esclusione di alimenti, peraltro non necessarie, possono determinare gravi carenze nutrizionali negli adulti e soprattutto nei bambini durante la crescita.  

Naturalmente tutti questi test per le intolleranze alimentari, privi di validità, vanno accuratamente evitati e non sono assolutamente da prescrivere. Tutto questo significa che i pazienti devono affidarsi al proprio medico che provvederà ad indirizzarli verso specialisti del settore, allergologi e gastroenterologi o altri professionisti, evitando così altre figure più o meno esperte e non accreditate ad affrontare queste problematiche.

In conclusione … per fare ancora più chiarezza

Per aiutare i cittadini a riconoscere le bufale nascoste dietro al business dei falsi test, le maggiori Società scientifiche del settore (AAIITO, ADI, AIGO, AMD, ANDID, SIAAIC, SIAIP, SID, SINU, SINUPE e SIO) hanno elaborato un decalogo con 10 consigli da seguire per evitare di incorrere in false diagnosi e falsi professionisti. Il documento, denominato le “Dieci Regole per Gestire le Intolleranze Alimentari” (clicca qui per scaricarlo) è stato validato  dal Ministero della Salute e dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici (FNOMCeO) anche per rispondere ai principali dubbi sulla salute dei cittadini.