La convinzione di essere intolleranti a qualche alimento è molto diffusa nella popolazione generale. Probabilmente anche noi, in qualche occasione, abbiamo pensato di esserne affetti. Ma in realtà la frequenza delle “vere” intolleranze alimentari è nettamente inferiore a quella percepita dai pazienti. E, inoltre, c’è molta confusione tra “allergia” e “intolleranza” ritenendole – a torto – la stessa cosa; si tratta invece di forme nettamente diverse e ben definite.
E allora è opportuno fare un po’ di chiarezza cercando di capire cosa si intende per intolleranza alimentare, come differisce dalla allergia alimentare vera e propria, quando sospettarla. In pubblicazioni successive parleremo del perché si manifestano (meccanismi e cause) e successivamente della diagnosi.
Cosa sono e come si differenziano dalle allergie alimentari
Per intolleranza alimentare si intende la comparsa di disturbi – ovvero una “reazione avversa indesiderata” non immunomediata – dopo l’ingestione di uno o più alimenti, con sintomi talora molto similari a quelli dell’allergia alimentare.

Tuttavia Le intolleranze alimentari hanno caratteristiche che le differenziano in modo netto dalle allergie alimentari:
- la reazione dell’organismo causata dalle intolleranze alimentari NON coinvolge il sistema immunitario, a differenza di quanto avviene nelle allergie
- le manifestazioni cliniche delle intolleranze sono in genere tardive rispetto alla assunzione dell’alimento. Infatti possono verificarsi a distanza di ore, o addirittura giorni, dal consumo dell’alimento responsabile. Per questa ragione, spesso risulta difficile ipotizzare una relazione tra i disturbi osservati e l’alimento ingerito. Le reazioni allergiche ad un alimento, invece, compaiono entro 2-4 ore dall’assunzione dell’alimento
- i disturbi causati dalle intolleranze alimentari dipendono dalla quantità di alimento assunto e i sintomi sono direttamente proporzionali rispetto alla quantità di cibo ingerita. Nelle allergie, invece, la reazione dell’organismo non dipende mai dalla quantità di alimento consumato e anche una piccolissima dose può determinare l’attivazione del sistema immunitario, fino a un potenziale shock anafilattico
- i disturbi conseguenti all’intolleranza alimentare sono meno gravi e compaiono gradualmente; quelli causati dalle allergie alimentari sono più gravi e si sviluppano rapidamente.
I sintomi che le fanno sospettare . . . ma non sempre è intolleranza

Le intolleranze alimentari si manifestano con sintomi variabili che possono interessare diversi organi o apparati.
- L’apparato gastrointestinale è sicuramente quello maggiormente interessato. I sintomi sono costituiti da gonfiore addominale, difficoltà digestiva, nausea, vomito, crampi addominali, flatulenza, scariche diarroiche.
- La cute e le mucose con comparsa di orticaria, angioedema, eczema.
- L’apparato respiratorio con rinite e asma.
- Occasionalmente possono essere presenti anche altri sintomi quali mal di testa e vertigini, così come sonnolenza, stanchezza cronica, eccessiva magrezza, ansia e forme lievi di depressione.
Le intolleranze alimentari non sono responsabili di sovrappeso e obesità, che sono condizioni causate prevalentemente da uno stile di vita inadeguato.

Quindi, qualora si rilevi la comparsa di questi sintomi (specie gastrointestinali) a seguito ingestione di uno o più alimenti, il sospetto che si tratti di una reazione avversa ai cibi – in particolare l’intolleranza – è più che giustificato. Sarà allora opportuno parlarne con il proprio medico di fiducia che provvederà a confermare o meno il sospetto diagnostico e, eventualmente, ad indicare il percorso da seguire per una diagnosi precisa.