Cause dell’allergia al gatto
Il termine “allergia al gatto” è improprio, così come quello di “allergia al pelo di gatto”: a scatenare l’allergia infatti sono alcune proteine – dette “allergeni” – contenute nelle ghiandole sebacee (e quindi sulla pelle e nella forfora), nella saliva e nelle urine del felino. Il pelo costituisce un veicolo attraverso cui la forfora e residui della saliva vengono diffusi nell’ambiente e quindi su tutto ciò che è presente nell’ambiente stesso.
Dove si trovano gli allergeni del gatto?
Poiché gli allergeni dei gatti sono presenti nella saliva, nell’urina e nel pelo dell’animale, possono essere trasportati nell’aria e rimanere sospesi per lunghi periodi. Possono arrivare ovunque, anche negli ambienti senza gatti (come scuole, asili, comunità e mezzi di trasporto). Questi allergeni possono attaccarsi a molte superfici, come biancheria da letto, indumenti e mobili imbottiti, diffondendosi così in qualsiasi ambiente. Gli allergeni dei gatti, in forma aero-dispersa, possono rimanere in un ambiente per diversi mesi dopo l’allontanamento del felino.
I sintomi dell’allergia al gatto
I sintomi variano da forme lievi a forme anche molto severe e compaiono solitamente pochi minuti dopo l’esposizione al gatto. Si va dalla rinite allergica, spesso associata a congiuntivite, fino all’asma. Può essere presente anche eczema, orticaria, arrossamento della pelle dove è stata leccata dal gatto.
Come si fa la diagnosi di allergia al gatto
La conferma diagnostica si ha con i test cutanei, il Prick test. In genere la positività viene confermata con la ricerca delle IgE specifiche nel sangue. Tuttavia l’eventuale positività dei test deve sempre tenere conto della correlazione tra contatto col gatto e comparsa dei sintomi.
Esistono gatti meno allergizzanti?
Tutti i gatti producono proteine allergeniche, la principale denominata Fel d1; questa si trova in concentrazione maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Nessun gatto è ipoallergenico, anche se esistono alcune razze che, producendo una quantità inferiore di proteine allergeniche, vengono meglio tollerate dalle persone sensibilizzate. E non dipende dalla presenza o assenza di pelo. Spesso, infatti, si tende erratamente a pensare che lo Sphynx sia ipoallergenico, ma in realtà ha comunque una produzione sebacea e di Fel d1 come altri gatti a pelo corto e lungo.
La produzione quantitativa e qualitativa di allergeni può differire molto tra le varie razze di gatti. Questo potrebbe spiegare perché le persone con allergie conclamate al gatto hanno delle reazioni verso alcuni e non verso altri.

Un gatto in casa: meglio presto o tardi per prevenire l’allergia?
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che avere in casa un gatto fin dai primi mesi di vita ha un effetto protettivo e preventivo rispetto allo sviluppo dell’allergia verso il gatto, ma anche verso altri animali domestici. Sembra si sviluppi una certa tolleranza immunologica che evita la comparsa dei sintomi.
Ciò nonostante, l’allergia al gatto si può manifestare anche dopo anni di convivenza con l’animale.
Terapia: cosa fare in caso di allergia al gatto
In caso di accertata allergia al gatto, soprattutto se i sintomi sono importanti, l’allontanamento dell’animale è la scelta più ovvia e consigliabile, anche se dolorosa. Qualora non si voglia privarsi della compagnia del gatto si può cercare di ridurre al minimo l’esposizione ai suoi prodotti allergizzanti (saliva, urine e soprattutto forfora) con alcuni accorgimenti.
- Tenete preferibilmente il gatto fuori di casa, oppure, se ciò non è possibile, in un locale a lui dedicato che non deve essere frequentato dal soggetto allergico. Se il gatto è in casa, non è possibile evitare del tutto il contatto con l’allergene poiché viene disperso anche in ambienti non frequentati dall’animale.
- Possono essere utili i sistemi di purificazione dell’aria mediante filtri ad alta efficienza (filtri HEPA); l’efficacia risulta maggiore se centralizzati sui sistemi di condizionamento e riscaldamento ad aria.
- Opportuno eliminare tappeti, tendaggi e tutto ciò che possa intrappolare pelo e forfora del gatto.
- Pareti, pavimenti e mobili vanno frequentemente puliti e lavati.
Quali farmaci per l’allergia al gatto
I sintomi possono essere tenuti sotto controllo con irrigazioni nasali quotidiane (rinite), e una appropriata terapia farmacologica in rapporto ai sintomi presentati dal soggetto (rinite, congiuntivite, asma, orticaria, sintomi di anafilassi). Sarà il Medico Allergologo ad individuare la terapia farmacologica più idonea.
La immunoterapia allergene specifica per via sublinguale è un’opzione adatta a riportare il soggetto a tollerare il gatto, ma non può essere consigliata in sostituzione dell’allontanamento dell’animale (che resta quindi per i casi di grave allergia la prima soluzione).